lunedì 19 marzo 2012

Vincitore del premio della giuria popolare PEPE contest#2

Anche la giuria popolare è stata in difficoltà nell'individuare il progetto più meritevole.
Paolo Ghivarello e Luisa Pretto, hanno ottenuto lo stesso numero di voti, costringendo la platea, a dividersi sui "candidati".
Ed è Luisa Pretto che si aggiudica il primo premio con il suo "350" realizzato nelle carceri Nuove di Torino. Ci fa piacere pubblicare entrambi i progetti, sui quali anche la giuria si era espressa positivamente. Molto diversi nell'approccio, il progetto di Luisa, attreverso una costruzione quasi narrativa ci ha entusiasmato per la capacità di trattare il tema del respiro attraverso l'analisi delle necessità scatenate dalla sua mancanza.
Il progetto di Paolo "Gioia di pietra" ci è sembrato capace di cogliere in maniera creativa il prolungato inverno della stagione appena passata, attraverso un'interpretazione del reale che oscilla in maniera misurata tra l'ironico e il poetico: l'osservatore delle immagini potrebbe chiedersi se si tratti davvero di sculture o non piuttosto di personaggi reali costretti ad un letargo prolungato dal gelo dell'inverno.
Ci è piaciuta la capacità di Paolo di aver saputo osservare e selezionare con un occhio "nuovo" elementi ai quali siamo ormai assuefatti dalla visione quotidiana, restituendoli in chiave inconsueta e anticonvenzionale.


350
di Luisa Pretto
Dentro
libero di sognare
grandi spazi fuori
non si vede il mare
ma lo puoi
respirare
dentro.































Gioia di Pietra 
di Paolo Ghivarello


il respirare e' un atto inconscio, subliminale, congenito. un lento movimento del diaframma che si solleva e si abbassa, che si espande e contrae permettendo al respiro di avere sostanza.
la relazione, la somiglianza, con il gesto automatico della fotografia non sfugge all'occhio di chi osserva; inspirare, trattenere il respiro, regolare il diaframma, scattare, espirare.
"gioia di pietra" esplora la medesima sottile relazione, la bellezza, solo all'apparenza immobile, del marmo che racchiude in un unico fotogramma la bellezza mobile del corpo umano, un respiro congelato che si concretizza nel gelo dell'atmosfera ed i volti immoti ed espressivi che perpetuano l'istante.
un esercizio stilistico delle citazioni e delle metafore che guida l'osservatore nella riflessione sulla purezza del respirare.






3 commenti:

  1. appalusi a voi!
    ci mancherebbe
    e ora bisogna aprire il ciclo delle programmazioni espositive di tutti questi lavori al Vitel Etonnè!

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  2. Ringraziamento ufficiale de Le Vitel Etonné per le esposizioni dei due fotografi e grande felicità personale per questa liason con i Pepes!
    Luisa

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