martedì 17 marzo 2009

registi e direttori della fotografia

Su segnalazione di Michela Rossi e con l'attenta collaborazione di Alberto Spadafora segnaliamo un interessante articolo apparso di recente sul "Corriere della Sera" relativamente a "Il braccio violento della legge", film diretto da William Friedkin e "fotografato" da Owen Roizman. Un illuminante confronto fra due ruoli: il regista e il direttore della fotografia... a voi i commenti.

http://archiviostorico.corriere.it/2009/marzo/14/braccio_mutilato_della_legge__co_8_090314037.shtml

Pellicola «corretta». Owen Roizman: «Ha castrato il nostro lavoro senza neanche avvisarmi»

«Il braccio mutilato della legge»

Friedkin cambia digitalmente il film, rissa con il direttore della fotografia. Risposta Nuova edizione per il disco a alta definizione Blu-Ray: la luce diventa fioca e bluastra, i colori caldi sfuocati apposta Non ti piace? E' solo la tua opinione Una opinione sbagliata

MILANO - L' impermeabile bisunto di Popeye Doyle, il manesco poliziotto (detto «Braccio di ferro») protagonista di Il braccio violento della legge interpretato da Gene Hackman meriterebbe di essere esposto in un museo: non soltanto perché è un punto di riferimento del nuovo cinema americano Anni 70, ma anche perché il genere poliziesco non ha più potuto prescindere da quel film. Il montaggio dell' inseguimento sotto il cavalcavia del metrò viene insegnato nelle scuole di cinema; la fotografia sgranata e opaca, le molte riprese con la cinepresa portata a spalla dall' operatore come in un documentario. Quella del Braccio violento è la luce fioca di un noir che ha aperto una nuova epoca, ma adesso con l' uscita del film in formato Blu-Ray (una specie di super-dvd in alta definizione che richiede un lettore apposito - o di una Playstation 3 - ideale per guardare film su un grande schermo al plasma o Lcd), è cambiato tutto. Il regista William Friedkin (quello che ha appena litigato con la Scala, chiamandosi fuori dalla regia della futura opera tratta dal libro ambientalista di Al Gore) ha però cambiato radicalmente la fotografia del film: i colori, i toni, la grana. Tutto in digitale. Creando una nuova, alternativa versione del Braccio violento: grazie alla tecnologia digitale Friedkin ha desaturato i colori, ha sfuocato i toni caldi, specialmente i rossi, e ha sovrapposto a ogni fotogramma una copia dello stesso fotogramma ma in bianco e nero. Il risultato? Una fotografia fredda, densa, bluastra e livida che ha poco a che vedere con l' originale. Il regista, in uno dei filmati che accompagnano il disco Blu-Ray, definisce la sua nuova versione «la migliore che sia mai esistita, più vicina di qualsiasi altra alla mia visione originale». E' una novità per Owen Roizman, 72 anni, autore delle luci di capolavori (oltre a Il braccio violento della legge, Provaci ancora Sam, L' esorcista, I tre giorni del Condor, Quinto Potere e Tootsie). Si è ritirato «irrevocabilmente» dal cinema quattordici anni fa. E proprio al restauro dei suoi lavori dedica tempo, attenzione, amore, come aveva spiegato al Corriere qualche anno fa. Spiega Roizman adesso dalla sua casa di Los Angeles: «Nessuno mi ha avvertito, non sapevo nulla di questa riedizione. Un giorno ho ricevuto un pacchettino: c' era dentro il disco Blu-Ray del Braccio violento. Me l' aveva mandato la produzione. Io però non avevo neanche il lettore per guardarlo. Ho chiamato il mio amico Jerry Greenberg (montatore del film e di altri capisaldi come Apocalypse Now, ndr) e neppure lui era stato informato». Allora Roizman e Greenberg hanno guardato il Blu-Ray insieme. E non hanno più riconosciuto il loro film. «Billy (Friedkin, ndr) non mi aveva mai detto di non essere contento di come il film era stato fotografato ai tempi della lavorazione. Anzi, al contrario. Non so cosa gli sia venuto in mente. Lui è fatto così. Quello sul disco Blu-Ray non è il film che abbiamo girato, è un' altra cosa. Sono allibito». Ora Roizman ha fatto partire una campagna di protesta, ha partecipato a un popolare programma radiofonico a Los Angeles nel quale ha definito il film «atroce» e «castrato», se ne è dissociato pubblicamente: «Me ne lavo le mani». Friedkin lo ha gelato: «E' la sua opinione. Sbagliata».

Persivale Matteo

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(14 marzo 2009) - Corriere della Sera

3 commenti:

  1. Non esiste una sovrintendenza ai beni cinematografici?
    Questo Signor William Friedkin ha letteralmente dipinto i baffi alla Gioconda

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  2. Il "signor" William Friedkin
    non è nuovo a esperienze del genere.
    già meno di dieci anni fa aveva rimesso
    mano a un altro suo capolavoro, "The Exorcist" (L'esorcista, 1973) in cui al
    Director's Cut si aggiungevano alcune sequenze molto opinabili.
    Evidentemente
    al "signor" William Friedkin piace rovinare i proprio capolavori.
    Sì, perché
    sia "The French Connection" ("Il braccio violento della legge", 1971) sia il
    già citato "The Exorcist" sono veri e propri capolavori riconosciuti, entrambi
    inseriti all'interno della corrente della "New Hollywood" di cui abbiamo
    parlato a lezione.

    No, non esiste una sovrintendenza generale ai beni
    cinematografici.
    Come ben saprai negli Stati Uniti il cinema è un'industria,
    non una realtà da tutelare in modo governativo.
    I diritti di ciascun pellicola
    sono solitamente posseduti dalla casa di produzione. Nel nostro caso Friedkin è
    spesso e volentieri regista e produttore delle sue opere. Qualunque cambiamento
    e ri-edizione (come in questo caso) di un film deve avere il consenso dei
    detentori dei diritti, non delle maestranze tecniche che nel film hanno
    lavorato.
    Per tal motivo Friedkin non aveva alcun dovere nel rendere partecipi
    delle sue decisioni né Jerry Greenberg (il montatore) né Owen Roizman (il
    direttore della fotografia).
    A meno che il lavoro di "nuova versione" non venga
    fatto in esplicita collaborazione con i tecnici, come nel caso di "Apocalypse
    Now Redux", in cui Francis Ford Coppola ri-editò il suo capolavoro del 1979
    chiedendo l'appoggio e il contributo diretto al montatore e tecnico del suono
    Walter Murch.

    Dunque è come se Leonardo avesse voluto disegnare sul volto di
    Mona Lisa un paio di baffi. piaccia o non piaccia, sono scelte di un maestro...
    e nessun committente (proprio perché inesistente) può intervenire in merito...

    Alberto Spadafora

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  3. I grandi maestri si contraddistinguono anche per questo! è arte anche saper accettare i cambiamenti...anche se posso ben capire il dissenso del direttore della fotografia in questione..

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