"Quel che trasforma un caso banale in un caso fortunato è proprio questa capacità di cercare qualcosa e, avendone trovata un'altra differente, di saper riconoscere d'aver trovato qualcosa di più interessante di quel che s'era trovato all'inizio".
Clèment Chèroux attraversa la storia della fotografia con un filtro ben preciso: analizzare quali percorsi, quali tendenze abbiano avuto origine dalle possibilità creative nascoste in un errore.
Ci sentiamo di cosigliare questo libro non soltanto per il suo valore, ma soprattutto per le possibilità suggerite a chi ancora mantiene un fertile capacità di "ascolto".
mercoledì 28 marzo 2012
lunedì 26 marzo 2012
Un altro respiro
Ed è ancora una volta l'acqua ad immobilizzare lo sguardo,
emozioni che scorrono sotto la superficie, distorsione di un tempo dilatato,
che trova spazio nel silenzio, nell'intimità.
Questo è il ritmo fotografico di Riccardo Dametto
che ancora una volta ci ipnotizza con le sue immagini.
Gelo
di Riccardo Dametto
emozioni che scorrono sotto la superficie, distorsione di un tempo dilatato,
che trova spazio nel silenzio, nell'intimità.
Questo è il ritmo fotografico di Riccardo Dametto
che ancora una volta ci ipnotizza con le sue immagini.
Gelo
di Riccardo Dametto
Abbandonarsi all’acqua bollente: inspirare.
Separazione, esclusione, privarsi dei sensi.
Forse un’altra vita è possibile.
Silenzio. Cosa ne è del Tempo?
Ripetersi “respira, respira”.
La speranza del ritorno: espirare.
Negli occhi, la Vita.
E il gelo mi riavvolge.
Separazione, esclusione, privarsi dei sensi.
Forse un’altra vita è possibile.
Silenzio. Cosa ne è del Tempo?
Ripetersi “respira, respira”.
La speranza del ritorno: espirare.
Negli occhi, la Vita.
E il gelo mi riavvolge.
Pubblicato da
Questo è il blog dedicato alla scuola di P E P E fotografia.
alle
10:50 AM
Nessun commento:
mercoledì 21 marzo 2012
Quando il paesaggio si fa poetico
Siamo interessati a quella capacità di guardare con occhi curiosi al paesaggio che ci circonda,
di selezionare quelle porzioni di reale che assumono significato attraverso la negazione,
attraverso quello che rimane, attraverso ciò che ad occhio nudo non è facile escludere.
Siamo interessati a quella capacità di scovare prospettive in grado di far dialogare il vecchio e il nuovo, di sovrapporre lembi di paesaggio attribuendo ad essi forme e significati nuovi.
Per questo ci è piaciuto il progetto di Giuseppe.
di selezionare quelle porzioni di reale che assumono significato attraverso la negazione,
attraverso quello che rimane, attraverso ciò che ad occhio nudo non è facile escludere.
Siamo interessati a quella capacità di scovare prospettive in grado di far dialogare il vecchio e il nuovo, di sovrapporre lembi di paesaggio attribuendo ad essi forme e significati nuovi.
Per questo ci è piaciuto il progetto di Giuseppe.
Aria nuova
di Giuseppe Cereda
Nasi della vecchia città trattengono il respiro, sparsi tra nuove realtà
Testimoni del passato, integrati nel presente.
martedì 20 marzo 2012
Variazione 1. Il workshop sulla creatività.
Il 16 aprile inaugura il nuovo workshop sulla creatività progettato insieme ad Alberto Robiati.
Perchè un workshop sulla creatività? Intanto per rispondere a tutti quelli che dopo aver acquisito competenze fotografiche tecniche e compositive attraverso i corsi base e avanzato sentono l'esigenza di lavorare maggiormente sulla propria espressività stimolando il proprio potenziale creativo, con l'utilizzo dello strumento fotografico, ma non solo. Alberto Robiati, socio fondatore di laboratorio creativo, giuderà i partecipanti attraverso un viaggio esperienziale finalizzato allo sviluppo della propria consapevolezza creativa, i PEPE guideranno i partecipanti attraverso una serie di esercitazioni fotografiche sul campo che, lavorando attraverso vincoli e limitazioni, avranno l'obiettivo di incrementare la capacità di sviluppare un progetto fotografico.
Perchè lavorare sul vincolo? "le 5 variazioni" di Lars Von Trier rappresentano una buona risposta. Il format sarà organizzato attraverso 4 sessioni. I laboratori di domenica 22 aprile e sabato 12 maggio dureranno un'intera giornata, pranzi compresi, per una full immersion di creatività applicata alla fotografia.
Per iscrivervi mandate una mail a info@pepefotografia.it
Perchè un workshop sulla creatività? Intanto per rispondere a tutti quelli che dopo aver acquisito competenze fotografiche tecniche e compositive attraverso i corsi base e avanzato sentono l'esigenza di lavorare maggiormente sulla propria espressività stimolando il proprio potenziale creativo, con l'utilizzo dello strumento fotografico, ma non solo. Alberto Robiati, socio fondatore di laboratorio creativo, giuderà i partecipanti attraverso un viaggio esperienziale finalizzato allo sviluppo della propria consapevolezza creativa, i PEPE guideranno i partecipanti attraverso una serie di esercitazioni fotografiche sul campo che, lavorando attraverso vincoli e limitazioni, avranno l'obiettivo di incrementare la capacità di sviluppare un progetto fotografico.
Perchè lavorare sul vincolo? "le 5 variazioni" di Lars Von Trier rappresentano una buona risposta. Il format sarà organizzato attraverso 4 sessioni. I laboratori di domenica 22 aprile e sabato 12 maggio dureranno un'intera giornata, pranzi compresi, per una full immersion di creatività applicata alla fotografia.
Per iscrivervi mandate una mail a info@pepefotografia.it
Pubblicato da
Questo è il blog dedicato alla scuola di P E P E fotografia.
alle
11:29 AM
2 commenti:
lunedì 19 marzo 2012
Vincitore del premio della giuria popolare PEPE contest#2
Anche la giuria popolare è stata in difficoltà nell'individuare il progetto più meritevole.
Paolo Ghivarello e Luisa Pretto, hanno ottenuto lo stesso numero di voti, costringendo la platea, a dividersi sui "candidati".
Ed è Luisa Pretto che si aggiudica il primo premio con il suo "350" realizzato nelle carceri Nuove di Torino. Ci fa piacere pubblicare entrambi i progetti, sui quali anche la giuria si era espressa positivamente. Molto diversi nell'approccio, il progetto di Luisa, attreverso una costruzione quasi narrativa ci ha entusiasmato per la capacità di trattare il tema del respiro attraverso l'analisi delle necessità scatenate dalla sua mancanza.
Il progetto di Paolo "Gioia di pietra" ci è sembrato capace di cogliere in maniera creativa il prolungato inverno della stagione appena passata, attraverso un'interpretazione del reale che oscilla in maniera misurata tra l'ironico e il poetico: l'osservatore delle immagini potrebbe chiedersi se si tratti davvero di sculture o non piuttosto di personaggi reali costretti ad un letargo prolungato dal gelo dell'inverno.
Ci è piaciuta la capacità di Paolo di aver saputo osservare e selezionare con un occhio "nuovo" elementi ai quali siamo ormai assuefatti dalla visione quotidiana, restituendoli in chiave inconsueta e anticonvenzionale.
350
di Luisa Pretto
Dentro
libero di sognare
grandi spazi fuori
non si vede il mare
ma lo puoi
respirare
dentro.
Gioia di Pietra
di Paolo Ghivarello
il respirare e' un atto inconscio, subliminale, congenito. un lento movimento del diaframma che si solleva e si abbassa, che si espande e contrae permettendo al respiro di avere sostanza.
la relazione, la somiglianza, con il gesto automatico della fotografia non sfugge all'occhio di chi osserva; inspirare, trattenere il respiro, regolare il diaframma, scattare, espirare.
"gioia di pietra" esplora la medesima sottile relazione, la bellezza, solo all'apparenza immobile, del marmo che racchiude in un unico fotogramma la bellezza mobile del corpo umano, un respiro congelato che si concretizza nel gelo dell'atmosfera ed i volti immoti ed espressivi che perpetuano l'istante.
un esercizio stilistico delle citazioni e delle metafore che guida l'osservatore nella riflessione sulla purezza del respirare.
Paolo Ghivarello e Luisa Pretto, hanno ottenuto lo stesso numero di voti, costringendo la platea, a dividersi sui "candidati".
Ed è Luisa Pretto che si aggiudica il primo premio con il suo "350" realizzato nelle carceri Nuove di Torino. Ci fa piacere pubblicare entrambi i progetti, sui quali anche la giuria si era espressa positivamente. Molto diversi nell'approccio, il progetto di Luisa, attreverso una costruzione quasi narrativa ci ha entusiasmato per la capacità di trattare il tema del respiro attraverso l'analisi delle necessità scatenate dalla sua mancanza.
Il progetto di Paolo "Gioia di pietra" ci è sembrato capace di cogliere in maniera creativa il prolungato inverno della stagione appena passata, attraverso un'interpretazione del reale che oscilla in maniera misurata tra l'ironico e il poetico: l'osservatore delle immagini potrebbe chiedersi se si tratti davvero di sculture o non piuttosto di personaggi reali costretti ad un letargo prolungato dal gelo dell'inverno.
Ci è piaciuta la capacità di Paolo di aver saputo osservare e selezionare con un occhio "nuovo" elementi ai quali siamo ormai assuefatti dalla visione quotidiana, restituendoli in chiave inconsueta e anticonvenzionale.
350
di Luisa Pretto
Dentro
libero di sognare
grandi spazi fuori
non si vede il mare
ma lo puoi
respirare
dentro.
Gioia di Pietra
di Paolo Ghivarello
il respirare e' un atto inconscio, subliminale, congenito. un lento movimento del diaframma che si solleva e si abbassa, che si espande e contrae permettendo al respiro di avere sostanza.
la relazione, la somiglianza, con il gesto automatico della fotografia non sfugge all'occhio di chi osserva; inspirare, trattenere il respiro, regolare il diaframma, scattare, espirare.
"gioia di pietra" esplora la medesima sottile relazione, la bellezza, solo all'apparenza immobile, del marmo che racchiude in un unico fotogramma la bellezza mobile del corpo umano, un respiro congelato che si concretizza nel gelo dell'atmosfera ed i volti immoti ed espressivi che perpetuano l'istante.
un esercizio stilistico delle citazioni e delle metafore che guida l'osservatore nella riflessione sulla purezza del respirare.
Pubblicato da
Questo è il blog dedicato alla scuola di P E P E fotografia.
alle
12:12 PM
3 commenti:
Vincitore del PEPE contest#2
E vince il premio della giuria Donatella Arione.
Il suo progetto ci ha colpito non solo per la qualità tecnica e compositiva
ma per la capacità di utilizzare un filtro, rappresentato in questo caso dall'acqua,
come espediente in grado di "riflettere" uno stato d'animo.
Ci pare che il suo progetto rappresenti il giusto punto di incontro tra uno sforzo tecnico
complesso, un impatto visivo visivo interessante dal punto di vista formale, e un risultato espressivo che, pur nell'interpretazione didascalica del tema proposto, restituisca immagini che sembrano superare i limiti imposti dallo strumento fotografico.
Metaforicamente scattando
di Donatella Arione
Mi manca l’aria, mi sento soffocare e sto sprofondando sommersa dal mio stesso mondo.
Il suo progetto ci ha colpito non solo per la qualità tecnica e compositiva
ma per la capacità di utilizzare un filtro, rappresentato in questo caso dall'acqua,
come espediente in grado di "riflettere" uno stato d'animo.
Ci pare che il suo progetto rappresenti il giusto punto di incontro tra uno sforzo tecnico
complesso, un impatto visivo visivo interessante dal punto di vista formale, e un risultato espressivo che, pur nell'interpretazione didascalica del tema proposto, restituisca immagini che sembrano superare i limiti imposti dallo strumento fotografico.
Metaforicamente scattando
di Donatella Arione
Mi manca l’aria, mi sento soffocare e sto sprofondando sommersa dal mio stesso mondo.
Ho bisogno di respirare!
Una boccata d’aria, anche breve.
Il mio tempo gestito come voglio io, il mio ossigeno.
Cerco di resistere, la mente si annebbia.
L’assenza d’aria mi logora, mi muta.
Quasi non mi riconosco più.
Prendi una decisione: o ti lasci soffocare oppure reagisci.
La mente torna lucida,
ricordo quello di cui ho bisogno,
trovare il mio ossigeno,
quello migliore, quello che si possa conservare.
Riemergo dal marasma del mio stesso mondo, anche solo per un attimo.
Quanto basta.
Respiro, consapevole che questo non sarà che l’inizio
del medesimo ciclo che sembrerebbe invece concluso.
Trattenere il fiato sott’acqua, una metafora per provare a dar forma ad uno stato d’animo,
per cercare di descrivere un ciclo che, volenti o nolenti, scandisce le nostre giornate.
Vittime di noi stessi, della frenesia e del tempo che incalza,
possiamo restare a galla solamente trovando il momento giusto per respirare.
Pubblicato da
Questo è il blog dedicato alla scuola di P E P E fotografia.
alle
11:39 AM
2 commenti:
mercoledì 14 marzo 2012
Appuntamenti da non perdere
Ancora una volta pubblichiamo con piacere le evoluzioni del collettivo v-ars, che continua ad emozionarci attraverso una serie di mostre che lo vedrà protagona nel mese di marzo.
E allora eccovi il calendario.
Sabato 17 marzo ore 19.00
Sonnanbuli di Armando Cervetti
“Nel cuore della notte la città dorme il suo sonno, al tempo stesso profondo e leggero. Un’auto si aggira senza meta, percorrendo vie semideserte che di giorno brulicano di vita.
Ai lati di quelle strade si incontrano gli edifici che riposano in attesa di essere nuovamente stravolti dalla quotidiana frenesia urbana. Sonnambuli è un breve viaggio attraverso quelle strade, con i finestrini abbassati a ascoltare i suoni delle luci, talvolta sussurrati, talvolta urlati, che tengono svegli quei luoghi, anch’essi per primi, sonnambuli nella notte. Sonnambuli è prendersi il tempo di scendere da quell’auto, passeggiare per quelle strade, sedersi sul marciapiede e osservare il curioso racconto delle loro luci accese”.
Ai lati di quelle strade si incontrano gli edifici che riposano in attesa di essere nuovamente stravolti dalla quotidiana frenesia urbana. Sonnambuli è un breve viaggio attraverso quelle strade, con i finestrini abbassati a ascoltare i suoni delle luci, talvolta sussurrati, talvolta urlati, che tengono svegli quei luoghi, anch’essi per primi, sonnambuli nella notte. Sonnambuli è prendersi il tempo di scendere da quell’auto, passeggiare per quelle strade, sedersi sul marciapiede e osservare il curioso racconto delle loro luci accese”.
Taverna dei Miserabili via santa giulia 3/g Torino
Mercoledì 28 marzo ore 18,30
Play with food 3
QUBì via Parma 75 Torino
QUBì via Parma 75 Torino
Giunto alla terza edizione, è il primo festival di arti visive e performative interamente dedicato al cibo: teatro, danza, video, installazioni, fotografia, performance, sound design e, naturalmente, cucina.
Il festival nasce da un'idea dei Cuochivolanti e dell'Associazione CuochiLab, un gruppo di cuochi e artisti che dal 2006 è impegnato sul doppio fronte del teatro e della cucina.
PLAY WITH FOOD è nato con l'intento di dare spazio e visibilità a giovani artisti che hanno messo il cibo al centro dei loro progetti.
Selezionato dalla direzione artistica del festival, v-ars visualartspace parteciperà con il progetto "Viaggio su Vegan" di Serena Inturri e Armando Cervetti.
L'edizione di quest'anno è il frutto di due bandi di idee a cui hanno risposto circa 80 progetti tra arti visive e performative e dalla cui selezione di artisti e compagnie ha preso vita il programma.
Pubblicato da
Questo è il blog dedicato alla scuola di P E P E fotografia.
alle
10:57 AM
Nessun commento:
martedì 13 marzo 2012
Il vincitore del PEPEcontest#2
lo sapremo solo venerdì!
Pubblicato da
Questo è il blog dedicato alla scuola di P E P E fotografia.
alle
6:52 PM
Nessun commento:
giovedì 8 marzo 2012
mercoledì 7 marzo 2012
I prossimi corsi di fotografia: base e avanzato
di seguito i prossimi calendari disponibili ad aprile per il corso base "tecnica e creatività" e quello avanzato "dalla tecnica all'espressione":
Pubblicato da
Questo è il blog dedicato alla scuola di P E P E fotografia.
alle
10:03 AM
Nessun commento:
Iscriviti a:
Post (Atom)