giovedì 11 dicembre 2008

strane storie #2



"Oro?"


Un uomo fermo di fianco a una vetrina.
Lo sguardo rivolto a terra, con la punta della scarpa sposta qualcosa.
Poi si inchina, raccoglie l’oggetto con due dita, lo porta sul palmo della mano sinistra, lo sfrega.
Si guarda intorno con lo sguardo incerto, incrocia il tuo, ti fa un cenno, alza la mano, ti invita a raggiungerlo.

Ha in mano un anello
“Oro?” - la o è un pò chiusa, ricorda un giostraio del luna park, di un indefinibile est.
“non so, è un po’ leggero, però c’è il marchio dei carati, non so, non me ne intendo”
Tenta di infilarselo, ha mani grosse, dita tozze, non entra nemmeno nel mignolo.
Ti guarda negli occhi, alza le spalle con aria grottesca e sconfitta, le labbra mimano una smorfia triste.
Senza darti il tempo di opporti lo infila al tuo anulare, spinge per fargli oltrepassare la nocca.
“Bello, amico, prendi tu”
“No dai, lasciamolo al bar qui di fronte, qualcuno l’avrà perso; passerà a chiedere”
“Tieni tu, fai quello che vuoi. Però io ho fame, dà qualcosa me per panino, coca-cola, qualcosa da buttare dentro pancia”
“senti, ho solo due monete”
“quello che vuoi amico, per mangiare, grazie, ciao”

Vai verso il bar per lasciare lì l’anello, ma non viene via, sforza, si blocca sulle grinze della pelle.
Torni indietro, preoccupato che il dito gonfi, alla ricerca di un pezzo di sapone.

Come un deja-vu: sul marciapiede opposto stessa scena, stesso uomo, stesso movimento del piede, stesso sguardo a cercare il prossimo;
incrocia il tuo.

Sfugge , alza il bavero, scompare.

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