Ringraziando Simona Patria per la sua segnalazione apriamo oggi una nuova rubrica con la quale intendiamo fornire un terreno di confronto su questioni legate alla fotografia.
Iniziamo appunto con la figura della fotografa Letizia Battaglia e con le parole che Simona ci ha inviato.
“Per riuscire a realizzare una buona fotografia, forse si può lavorare anche sei mesi, un anno, così come, forse, in un giorno se ne possono fare due molto buone. Quando scatti una foto ti vengono in aiuto tante cose: l'esperienza, la cultura, l'attenzione, l'amore, la passione, la pietà che si prova o l'innamoramento di cui si è già stati preda in quel momento per quella cosa che si sta fotografando. Poi segue un secondo momento, che è il momento della scelta, quando si decide di scegliere tra le varie foto già scattate in un'occasione o in un anno o in un giorno. Il fotografo ne sceglie una. Dice a sé stesso: "Questa è quella giusta. Mi rappresenta, e rappresenta quello che ho visto". Dopodiché quella foto può diventare qualcosa in grado di testimoniare, di documentare... ciò che sarà utile per raccontare un tempo quello che fu” (Letizia Battaglia)
Letizia Battaglia conosciuta da molti come reportagista della mafia è anche una fotografa straordinaria. Le sue immagini dall’incredibile valore documentaristico hanno un’elevata qualità estetica ed una rara potenza espressiva in grado di documentare in tutte le sue espressioni la terribile realtà degli anni di piombo nella sua Sicilia. Quest’anno è fra i nove premiati con i prestigiosi Infinity Awards, riconoscimenti assegnati a New York dall'International Center of Photography e giunti alla venticinquesima edizione. Alla Battaglia è andato il Cornell Capa Award. (fra i vincitori delle passate edizioni ci sono Robert Frank, Mary Ellen Mark, Marc Riboud, André Kertész, Henri Cartier-Bresson, Berenice Abbott, Richard Avedon, Harold Evans, Bernd and Hilla Becher, Alexander Liberman).
La cosa che colpisce di più nei suoi lavori è il progetto fotografico, nato un pò per caso, ormai in età adulta. Infatti a 37 anni, insieme alle tre figlie, Letizia Battaglia lascia il marito sposato a 16 anni e diventa giornalista per l’Ora di Palermo. Prende in mano la macchina fotografica non ancora esperta e scopre una bruciante passione.. Inizia così un percorso che parte dall’urgenza di impossessarsi di una tecnica attraverso il reportage ed arriva all’arte , anche attraverso la politica, l’impegno.
Anche la questione di genere è molto presente nei suoi lavori e nel suo percepirsi fotografa.
Per chi desiderasse approfondire rimandiamo ad una sua intervista di qualche tempo fa http://www.emsf.rai.it/grillo/trasmissioni.asp?d=781
che ben esprime il suo progetto fotografico.
Sulla sua vita è anche stato recentemente anche realizzato un lungometraggio dalla regista Daniela Zanzotto .
Per poter visualizzare qualche immagine di Letizia Battaglia:
http://images.google.it/images?q=letizia+battaglia&oe=utf-8&rls=org.mozilla:it:official&client=firefox-a&um=1&ie=UTF-8&ei=E7jtSYbVDpGRsAbY9oSADw&sa=X&oi=image_result_group&resnum=4&ct=title
... "la fotografia è una cosa esaltante, una cosa che mi rende ricca, che mi rende meno fragile, in rapporto al mio essere donna, al mio essere persona..." Trovo queste parole infinitimante semplici, ma infinitamente vere. Come se la forza , che forse alcuni di noi non hanno nella vita di tutti i giorni, riuscisse ad esprimersi attraverso le fotografie.
RispondiEliminaSimona
O la debolezza. Anch'essa infinitamente vera. Grazie.avril
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