lunedì 27 ottobre 2008

La fotografia come strumento espressivo nel cinema: VITTORIO STORARO

..."Whether we are using paint or light, we are using a form of technology to translate our ideas to some type of a canvas. Because of the advances that have been made, we have a lot more freedom to express ourselves today with modern cameras, lenses and films. Believe me, we don’t require additional light for exposing images like we did in the past. The films are so sensitive that we can light the way we like to express ourselves. We can come very close to achieving what we see in our minds."

Alcune parole di Storaro tratte dall'intervista che potete leggere al seguente indirizzo
http://www.cameraguild.com/interviews/chat_storaro/storaro_interview.htm

Grazie ancora ad Alberto Spadafora per l'interessante lezione di giovedì.
Di seguito l'immagine di copertina del primo volume di Vittorio Storaro, SCRIVERE CON LA LUCE.

4 commenti:

  1. Oggi ho finalmente rivisto, con occhio "critico", Apocalypse Now... grazie per l'interessantissima lezione di giovedì scorso sul cinema, complimenti a voi per la scelta e ad Alberto, davvero ottimo insegnante, per averci introdotto a questo nuovo mondo! A presto!

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  2. Ciao Valeria, grazie per le tue belle parole.
    è stato un piacere avervi come pubblico, siete stati attenti e stimolanti, davvero.

    Ora che hai rivisto APOCALYPSE NOW, concorderai con me che in realtà un'intera lezione avrebbe solo dovuto essere dedicata alla costruzione visiva con cui Coppola e Storaro misero in scena la sequenza dell'arrivo degli elicotteri al suono di Wagner, e del conseguente bombardamento del villaggio vietnamita.
    Anche nel caso di quella sequenza, una costruzione visiva che è PURA INVENZIONE FOTO-CINEMATOGRAFICA, di taglio dell'inquadratura, di illuminazione, di resa finale...

    Un saluto a tutti.

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  3. Alberto! Dopo il nostro piccolo dibattito improvvisato di giovedì scorso non ho resistito e ho dovuto rivedermi nuovamente la scena degli elicotteri... ora tutto mi quadra: partono all'alba! No??? Dai!!!

    Altra riflessione da studentessa modello (e un po' lecchina): si può dire, secondo te, che per creare una netta contrapposizione tra 2 mondi diversi e per enfatizzare il concetto di una guerra assurda, le scene con gli americani sono sempre ricche di luci forzate e innaturali(flash, fumogeni colorati, fuochi d'artificio, fari...) mentre le riprese sul paesaggio vietnamita sono, invece, più soft e dai colori più naturali? Ciao!!!

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  4. ciao Vale, non credo esistano al mondo albe infuocate come quella che si staglia nel cielo al momento del decollo degli elicotteri.
    Mi stai insinuando il dubbio, però, sappilo... :-)

    il paesaggio vietnamita (ad esempio la lenta risalita lungo il fiume per raggiungere il colonnello Kurtz nel suo piccolo regno) è senza dubbio ripreso sempre con colori caldi, tenui, "riflessivi" oserei dire. Laddove invece l'inferno (causato e vissuto dagli americani) è sempre restituito sullo schermo con colori forti, accesi, psichedelici, pirotecnici...

    ciao Vale (e brava!)

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